Gira che ti rigira, è sempre la stessa storia.

Questo è l’ultimo articolo di Fred Reed; scrittore e giornalista americano; ex inviato di guerra ed esperto di questioni militari, nonché ex-Marine veterano decorato della guerra del Viet Nam. Se vi interessa saperne di più, potete leggere la sua biografia su: http://www.fredoneverything.net/biography.shtml È il commento amaro di un soldato sugli ultimi fatti di sangue in Afghanistan, dove un militare americano, (c’è chi dice più di uno) ha ucciso sedici civili. Checché se ne pensi delle motivazioni della guerra, Reed ha ragione. Le forze armate di un paese democratico possono vincere una guerra protratta nel tempo, contro un nemico difficile da definire, solo con il sostegno dell’opinione pubblica del loro paese e senza infliggere sofferenze alla popolazione civile del paese in cui si svolge il conflitto. Ma il soldato è indotto dall’addestramento che riceve a disumanizzare il nemico, e anche la popolazione del paese in cui combatte; per cui, benché le forze armate rimanga