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Showing posts from May, 2012

Switzerland: the Forgotten Miracle.

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This is a translation of an article about Switzerland by Antonio Martino . Mr. Martino is an Italian economist and member of parliament. He was the italian Minister of Foreign Affairs during the first Berlusconi Administration and Minister of Defense in the second and third Prime Minister Berlusconi’s government. He’s a professor of economics at the LUISS University in Rome, and he was president of the Mount Pelerin Society a libertarian think-tank founded, among others, by   F. Hayek and Karl Popper . Mr. Martino, when he’s not fighting the collectivist fire, which in Italy, unfortunately, comes from the right as well as the left, blogs in Italian at: antonio martino.org The article is a look at Switzerland, an admirable example of decentralized federalism, responsible fiscal policies and direct democracy, which has endured for centuries. As always your comments will be greatly appreciated. Leonardo Pavese To be a classical liberal today means to kn

L'economia dell'ambientalismo

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Questo è il secondo pezzo di Lew Rockwell che pubblico. Il primo: Non c'era posto alla locanda è il pezzo più letto su questo blog ed è molto divertente. Llewellyn H. Rockwell, jr. è un economista, giornalista e autore libertario americano, fondatore dello Istituto Ludwig von Mises forse il più importante centro liberale e libertario di studi economici al mondo. Questo articolo in realtà è una porzione del "Manifesto dell'Eco-Scettico" che vorrei tradurre e pubblicare sul blog a puntate. In questa parte del "Manifesto" Lew Rockwell illustra l'errore alla base della visione "ambientalista"; e cioè che sia possibile determinare il valore di un bene al di fuori del libero mercato e del meccanismo dei prezzi.  Lew Rockwell Ma lasciamo parlare lui. Buona lettura. I vostri commenti saranno molto graditi. Leonardo Pavese L’economia dell’ambientalismo. di Lew Rockwell (traduzione e adattamento di Leonardo Pavese). S

Moda e Arte

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Il Presidente della Repubblica (italiana) Giorgio Napolitano ha detto che bisogna abolire “la distanza fra la politica, (cioè lo stato, secondo lui), e la cultura.” Per “cultura” lui intende anche lo spettacolo, il cinema naturalmente, e tutto quello che adesso viene accorpato sotto quella classificazione dai quotidiani. Per cui, quando ho letto nell’interessante articolo di Virgina Postrel , la cui traduzione vi propongo oggi, che il Lincoln Center di New York ha incluso la moda fra le sue offerte culturali mi sono un po’ preoccupato. Sí, perché la moda è arte, e su quello non ho dubbi, (ed è anche perciò un veicolo di espressione individuale. Guarda caso i collettivisti, tipo Mao Tse-Tung con i suoi bei vestitini tutti uguali, non la vedono di buon occhio); però il rischio, se la moda prende il posto che le spetta fra le attività creative umane, è che finisca, almeno in Europa, nel novero delle cose che qualche Ministero si sente in dovere di proteggere e sovvenzion